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Oltre agli aiuti a fondo perduto in ragione delle perdite trova spazio anche un taglio dei contributi da 3.000 euro

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Per contenere l’impatto sulle proprie attività segnate dagli effetti del Covid, ai professionisti due sono le strade riservate dal decreto Sostegni. La prima rientra nel più vasto contributo a fondo perduto destinato ai soggetti titolari di partita Iva che svolgono attività d’impresa, arte o professione, nonché per gli enti non commerciali e del terzo settore. Con finalmente l’atteso abbandono dei codici Ateco a individuare le attività incluse nel perimetro di godimento.

Importo non inferiore a 1.000 euro

Alla forma di aiuto in questione potranno accedere quei soggetti che abbiano subito perdite di fatturato, tra il 2019 e il 2020, pari ad almeno il 30 per cento, calcolato sul valore medio mensile. Il nuovo meccanismo ammette le imprese con ricavi fino a 10 milioni di euro, a fronte del precedente limite di 5 milioni di euro. L’importo in qualunque caso non può essere inferiore a 1.000 euro per le persone fisiche e a 2.000 euro per gli altri soggetti e non potrà essere superiore a 150mila euro. Secondo quanto disposto, l’erogazione avverrà tramite bonifico bancario direttamente sul conto corrente intestato al beneficiario o come credito d’imposta, da utilizzare esclusivamente in compensazione.

Stop 3.000 euro contributi per 820mila autonomi

Viene previsto inoltre un taglio dei contributi per professionisti e autonomi da 3.000 euro. A ipotizzare questa possibilità è la relazione tecnica al decreto Sostegni che aumenta la dote per il cosiddetto “anno bianco” degli autonomi di 1,5 miliardi, portando le risorse complessive a 2,5 miliardi. La misura riguarderà circa 820mila soggetti (330mila iscritti alle casse private e 490mila tra artigiani, commercianti e professionisti iscritti alle gestioni Inps) con redditi entro i 50mila euro e perdite del 33%. Ipotizzando che «la quasi totalità dei beneficiari accederà» e che «la misura massima dell’esonero» sia fissata «in 3.000 euro annui per professionista» si rende necessario, come spiega la relazione tecnica, l’aumento delle risorse rispetto al finanziamento di 1 miliardo previsto in manovra.

La reazione delle categorie

Dopo le prime notizie sulle decisioni prese dal Governo, l’accoglienza dei diretti interessati non è stata unanime. L’Istituto nazionale tributaristi (Int) ritiene «positivo, anche se limitato e tardivo rispetto alle restrizioni, l’intervento nel Dl sostegni a favore di imprese e professionisti soprattutto in rapporto ai fondi a disposizione ovvero i 32 miliardi di scostamento approvati dal parlamento in gennaio». Per David Lazzari, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi (Cnop), si tratta di «un segnale positivo di attenzione per i liberi professionisti che attendevamo e che risponde alle richieste avanzate dal Cnop, unitamente agli altri Ordini nazionali tramite il Comitato unitario degli Ordini professionali». Invece l’Aiga, Associazione italiana giovani avvocati, esprime «profonda insoddisfazione» per il testo del decreto Sostegni approvato ieri e recante misure urgenti anche a sostegno dei liberi professionisti. «Siamo molto delusi dal metodo di calcolo dei contributi. Al di là di tanti giri di parole, il contributo è infatti pari al 5 % della perdita di fatturato tra il 2019 e il 2020. A buona parte dei liberi professionisti, ed in particolare degli avvocati, arriverà un contributo di mille euro, il minimo previsto. Più che il decreto sostegno questo è il decreto briciole», ha attaccato il presidente Antonio De Angelis.